[ urn:collectio:0001:amb:15058 ]

Iconography
Title: Galleria Horti Lamiani
=
Typology: ambiente, galleria
Administration
Comune di Roma, Musei Capitolini, Inventario Ambienti, amb 000000
Collocation
Musei Capitolini, Palazzo de'Conservatori, Galleria Orti Lamiani
Creation
from 1601 > until 1700 Stile sec. XVII
Technical data
Measurements: Length 0.00m   Width 0.00m  
Material:
Notes:
Description

La fortunatissima stagione che per l'archeologia romana ebbe inizio nel 1870 con la proclamazione di Roma Capitale d'Italia permise di esplorare intere zone della città in maniera sistematica: certo si trattava di scavi finalizzati alla costruzione di quartieri residenziali oppure dei grandi edifici destinati ad accogliere le sedi dei Ministeri e quindi necessariamente difficili ed affrettati. Ciononostante il Quirinale, il Viminale e l' Esquilino, poli dell'espansione urbanistica di fine secolo, restituirono una tale messe di materiali e di dati topografici da costituire un intero Museo e da rappresentare materiale di studio per intere generazioni di archeologi. Queste zone della città rappresentavano infatti un fecondissimo terreno di ricerca perché, pur essendo contigue al centro storico, mostravano, prima dei grandi cambiamenti, un impianto edilizio estremamente rarefatto, caratterizzato da ville con vasti giardini, vigne, orti: si andava quindi a esplorare un terreno vergine, non sconvolto, come nel resto della città, dall'ininterrotto succederei delle fasi abitative.

La supervisione dei lavori di scavo in queste zone fu affidata, per competenza territoriale, alla Commisssione Archeologica Comunale: per questo motivo le raccolte archeologiche capitoline si sono arricchite di una straordinaria documentazione su un fenomeno urbanistico, al confine tra la sfera pubblica e quella privata, situabile cronologicamente tra la fine della repubblica e l'inizio dell'età imperiale. Si tratta degli horti, cioè di complessi residenziali immersi nel verde, caratterizzati da uno spettacolare apparato decorativo, nati ai margini del centro monumentale come prestigiose dimore delle più illustri famiglie gentilizie della tarda repubblica e poi passati a far parte delle proprietà imperiali. Nella prima età imperiale gli horti costituivano una ininterrotta corona di verde intorno al centro della città, non diversamente dalle ville gentilizie della Roma moderna: proprio la situazione che i lavori edilizi di fine Ottocento andavano gravemente compromettendo. Le cronache dell'epoca riportano i numeri delle scoperte avvenute durante i lavori: "705 anfore con importanti iscrizioni; 2360 lucerne di terracotta; 1824 iscrizioni scolpite nel marmo o nella pietra; 77 colonne di marmi rari; 313 pezzi di colonne; 157 capitelli di marmo; 118 basi; 590 opere d'arte di terracotta; 405 opere d'arte in bronzo; 711 tra gemme, pietre incise e cammei; 18 sarcofagi di marmo; 152 bassorilievi; 192 statue di marmo in buone condizioni; 21 figure di animali in marmo; 266 busti e teste; 54 pitture in mosaico policromo; 47 oggetti d'oro e 39 d'argento; 36679 monete d'oro, d'argento e di bronzo; e una quasi incredibile quantità di piccole reliquie di terracotta, osso, vetro, smalto, piombo, avorio, bronzo, rame, stucco".

Per ospitare le sculture di maggior prestigio rinvenute in quegli anni fu creata da Virgilio Vespignani, all'interno di un cortile scoperto del Palazzo dei Conservatori, la cosiddetta Sala Ottagona, un padiglione in legno dalle eleganti decorazioni, che fu inaugurato nel 1876, pochi anni dopo l'inizio degli scavi. Al momento della sua apertura la sala conteneva 133 statue ma, nei 27 anni della sua esistenza e fino alla demolizione nel 1903, il padiglione di Vespignani accolse un numero sempre maggiore di opere che venivano restaurate ed esposte man mano che i lavori di esplorazione procedevano e sempre nuove sculture venivano alla luce. Nel 1903 il Museo del Palazzo dei Conservatori conquistò nuovi spazi adiacenti al giardino interno che aveva ospitato la Sala Ottagona e un nuovo allestimento delle opere, suddivise secondo la loro provenienza, fu curato da Rodolfo Lanciani, grande personaggio dell'archeologia romana dell'epoca. Oggi molte di quelle opere tornano nelle stesse sale con un nuovo allestimento che mette in evidenza la preziosità dei marmi e la qualità artistica delle statue antiche rispettando, nello stesso tempo, le scelte museografiche di quella originaria sistemazione.

Bibliography
Print Resource: AA.VV., Musei Capitolini. Guida (2005) passim
Editing
Date: 2008-12-16
Name: Elena Pellegrino
Notes: Prima immissione dati sulla base della guida ufficiale.
Legacy data
Negativi:
Images



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