Questa Sala prende il nome dalla scultura centrale, il Galata
Capitolino, erroneamente ritenuto un gladiatore in atto di cadere sul
proprio scudo, all'epoca dell'acquisto da parte di Alessandro Capponi,
presidente del Museo Capitolino, divenendo forse l'opera più nota delle
raccolte, più volte replicata su incisioni e disegni. Il Galata è
circondato da altre copie di notevole qualità: l'Amazzone ferita, la
statua di Hermes e il Satiro in riposo, mentre, contro la finestra, il
delizioso gruppo rococò di Amore e Psiche simboleggia la tenera unione
dell'anima umana con l'amore divino, secondo un tema risalente alla
filosofia platonica che riscosse grande successo nella produzione
artistica fin dal primo ellenismo.
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