[ urn:collectio:0001:doc:sportmondoantico:1987 ]

Indice antcom:01685 antcom:01842 antcom:14064

Il corredo dell'atleta

Carla Martini, Anna Maria Reggiani

1. Ampolla olearia da palestra urn:collectio:0001:antcom:01685

N. inv. Ant.Com. 1685

Bibl.: BCom 1872-1873, p. 303 n. 47.

Alt. cm. 16; diam. cm. 12,9

Prov.: dall'Esquilino.

L'ampolla è costituita da un aryballos, di vetro verde chiaro con irridescenze e patina biancastra, mancante del collo, rivestito da una fodera bronzea formata da dodici listelli decorati a sbalzo con puntini che congiungono il collo cilindrico, decorato con linee incise, con la base piatta.

Al collo sono saldate due piccole anse a nastro, a forma di «S», alle quali sono attaccate due catenelle che, insieme ad una terza catenella, a cui è attaccato un piccolo tappo, sono inserite in un anello dal quale parte un altro tratto di catena che termina in un anello più grande.

Datazione: fine I sec. d.C. - II sec. d. C.

Per la forma cfr. C. Isings, Roman Glass from dated Finds, Groningen 1957, p. 78, forma 61.

Per gli aryballoi da palestra di epoca romana cfr. S. H. Auth, Ancient Glass at the Newark Museum, Newark 1976, pp. 118 n. 143.

Carla Martini

2. Patera di bronzo urn:collectio:0001:antcom:14064

N. Inv. Ant.Com. 14064

Lung. cm. 28,5; diam. cm. 15,5

Prov.: acquisto Fallani 1948.

La patera presenta un lungo manico, a forma di coda di rondine, terminante con un piccolo pomo e nella cui parte finale si vedono due piccoli fori nei quali sono rimasti i resti di una catenella di ferro; più in basso si trova un bollo di fabbrica ormai illegibile. Il piede è rilevato e tornito.

Datazione: fine I sec. d.C.

Per il tipo cfr. F. Fremersdorf, Die Denkmaeler des roemischen Koeln, Berlin 1928, band 1, taf. 98.

Carla Martini

3. Strigile di bronzo urn:collectio:0001:antcom:01842

N. Inv. Ant.Com. 1842

Lung. cm. 24,3

Lo strigile è composto di un lungo e stretto cucchiaio (ligula) che si piega a gomito e di un manico pieno (capulus) a profilo curvilineo e con due piccole fessure rettangolari alle estremità.

L'uso di tale oggetto è largamente testimoniato e diffuso nel mondo greco-romano probabilmente già dal VI sec. a. C. fino al tardo impero allorché venne introdotto l'uso del sapo.

Serviva sia a detergere polvere e sudore dal corpo dei lottatori dopo una competizione, sia a detergere gli unguenti dopo bagni e massaggi e venne ugualmente usato da donne e uomini.

Moltissime rappresentazioni di questo oggetto su vasi e specchi ci testimoniano, oltre la sua diffusa utilizzazione, anche come esso venisse usato.

Datazione: I sec. d.C.

Carla Martini.

© Capitoline Museums 2010